sabato, Ottobre 5, 2024
Startup

Linkiller, la web app che ripulisce la tua reputazione

linkiller

Linkiller, la web app che ripulisce la reputazione personale di privati e aziende. Una startup nata da un’idea semplice quanto utile e accattivante: ripulire la reputazione di privati e aziende su internet.

Come funziona Linkiller

Tutto nasce grazie ad una azienda spagnola che ha messo a punto un software in grado di monitorare il web alla ricerca di pirateria, contraffazione di marchi e prodotti per poterli poi eliminare. Sveva Antonini e Gabriele Gallassi (ex chitarrista dei Lunapop) decidono di portare in Italia il servizio. Ma non si fermano qui! Anzi, grazie ad un team di esperti si sono specializzati nella tutela della reputazione oline di privati e aziende. Nel 2018, creano la prima web app Linkiller che consente di eliminare e dei-indicizzare contenuti che violano la reputazione personale di privati e aziende.

L’utente indica il link indesiderato e ne può successivamente monitorare in tempo reale la sua gestione sul web. Oltre l’aspetto tecnologico, resta fondamentale la supervisione da parte dei legali e gli esperti in ingegneria reputazionale di Tutela Digitale.

Linkiller, i costi

I costi sono  ovviamente variabili e dipendono da cosa esattamente serve al cliente. A sedonda della strategia da adottare si parte da 70 euro in su per fotografie video. Mentre il progetto reputazionale completo, ad esempio con  l’eliminazione 50 link, costerà una cifra che rientrerà nei 10.000 euro.

Linkiller consente di eliminare e dei-indicizzare contenuti che violano la reputazione personale di privati e aziende. Il loro approccio è per certi versi artigianale.

Sveva Antonini racconta:

«Non c’è nulla di automatico resta fondamentale è la supervisione da parte dei legali e di esperti in ingegneria reputazionale”. Oggi arriva anche in versione app. «Dalla nascita ad oggi – sottolinea l’ex musicista che si è laureato in giurisprudenza- abbiamo risolto diversi casi con una percentuale di successo che si aggira intorno all’85%». Solo nell’ultimo anno sono stati rimossi dal web circa 2.500 articoli applicando il Diritto all’oblio.